silloge poetica di Nello Musco
Il poeta ricostituisce la saldatura dei legami affettivi attraverso il passaggio dilaniato dell’esperienza personale, superando il varco del dolore e testimoniando, nella frattura della nostalgia, la propria incompiutezza. La tensione poetica che ne scaturisce riconosce l’esito prodigioso della verità, la fiduciosa speranza di libertà. Occasioni di congedo dalla temporanea indagine sulla fragilità, elevano lo strumento d’inchiesta nell’indefinita sensazione di una partecipazione immutabile e costante alla vita, comunicando nell’acceso desiderio di Assoluto la necessità di una prospettiva salvifica e l’avvertimento del movimento del tempo attuale. I testi trasmettono l’appartenenza a una certa solitudine crudele, la desolante estraniazione nei confronti della contraddizione etica tra il distacco della superficie esterna e il coinvolgimento della estensione interiore. La condanna di ogni distanza, relegano il confine del disagio nella consapevolezza dell’ispirazione, nella facoltà cosciente della parola poetica. Un incantesimo riporta la direzione di ogni accadimento vissuto lungo l’argine autentico dell’equivalenza miracolosa del cuore.
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Nello Musco nasce il 28 marzo 2002 a Campobasso. Inizia a comporre poesie durante un periodo molto buio, per dare vita alle sue visioni e inquietudini, tramite la ricerca interiore e dei mondi cosiddetti “sottili”. Tramite il suo spleen e la sua voluntas (volontà) , trasla i suoi pensieri e la sua anima nella realtà essenziale, attraverso l’azione del “poetare”, come un mago che compie le sue magie ispirato da forze superiori.
E così la vita stessa dell’autore diventa il motore che ispira coraggio per superare le avversità, ma anche nella condivisione con gli altri dei propri stati d’animo, per fornire una nuova prospettiva sull’esistenza stessa.