L’ex-moglie (l’ultima?) lo ha defi nito: “un delinquenteeeee!”. I più non lo reggono oltre gli 11 minuti ma, per i pochi che sono riusciti ad essergli amici sopportando i suoi difetti, de la Vega è “una personcina d’oro!”. Ha vissuto tra Madrid e Genova ora abita “in fondo alla campagna”. Quando era giovane si sentiva vecchio, ora che invecchia si sente ringiovanire e non promette niente di buono quest’affermazione. Ha svolto innumerevoli attività spaziando dalle altezze dell’arte sino alle bassezze del commercio al dettaglio. Enologo, musicista, sartina, mancato giurista, esperto d’arte contemporanea, informatico, baby-sitter perfetto, adora la musica antica e quella di Philip Glass saltando a piè pari tutto l’800 che trova disgustoso. Conosce le antiche tecniche di montaggio “a mano” dei mobili svedesi, cuoco provetto, malato di balli latinoamericani, adora smodatamente lo champagne. Sarebbe un uomo meraviglioso se non fosse per un solo piccolo difetto: volge tutte queste doti in armi letali per produrre catastrofi inimmaginabili pur non volendo! Penna stabilmente presente su La Rivista Intelligente di Giovanna Nuvoletti, per non farsi mancare nulla ora si è anche dato alla scrittura. In quest’ultimo campo è di rilievo notare che de la Vega condivide con il Campiello lo stesso rapporto che ha Stephen King con il Pulitzer: praticamente lo hanno vinto tutti tranne lui. De la Vega si chiama Diego e non è uno scherzo così come è vero tutto quanto detto sopra.
racconto inserito nell'antologia "d'Autunno"
racconto inserito nell'antologia "Je suis Chocolat"